Il ricorso in caso di diniego della cittadinanza italiana
Come noto la concessione della cittadinanza italiana è un atto amministrativo e comporta un’ampia discrezionalità della Pubblica Amministrazione. Spetterà al Ministero dell’Interno e gli altri Uffici coinvolti accertare se il richiedente sia o meno integrato nella collettività e nel tessuto sociale dello Stato Italiano, condividendone i valori fondanti e le norme penali del nostro ordinamento.
Da ciò ne deriva, che in alcuni casi l’Amminsitrazione, sulla base degli elementi raccolti, ritiene che l’interesato non abbia i requisiti per ottenere la concessione dello status di cittadino italiano, e, pertanto, decide di emettere un preavviso di rigetto seguito da un provvedimento definitivo di rigetto.
In tali ipotesi, sulla propria pagina personale, l’interessato troverà la dicitura: “pratica definita con provvedimento di respingimento“.
Questo significa che la domanda di cittadinanza italiana è stata rigettata dal Ministero dell’Interno.
Successivamente a questa comunicazione l’interessato riceverà anche la motivazione, ovvero i motivi che hanno spinto l’Amministrazione a rigettare la domanda dello straniero.
Il ricorso amministrativo contro il rigetto della cittadinanza
Una volta venuto a conoscenza del diniego della domanda di concessione della cittadinanza,(da non confondere con il preavviso di diniego clicca qui) l’interessato può avanzare ricorso entro 60 giorni al T.A.R. competente ovvero nel termine di 120 giorni, con ricorso straordinario al Presidente della Repubblica
A seguito della presentazione del ricorso, le parti in causa provvedono a depositare tutti gli atti che ritengono essere utili per l’indagine amministrativa, è possibile altresì richiedere anche un provvedimento cautelare di sospensione del provvedimento di diniego. Successivamente il TAR esaminerà gli atti e i documenti depositati, nel caso di lacune può anche richiedere approfondimenti, e sulla base di questi decide.
Quando tempo ci vuole per ottenere un provvedimento da parte del T.A.R.?
Spesso, i lettori mi chiedono le tempistiche circa la definizione del ricorso amministrativo.
Sul punto non è dato sapere l’esatta tempistica. Ed in fatti la durata di un procedimento amministrativo non dipende dall’avvocato.
Situazione diversa si ha quando all’interno del ricorso, ove ricorrano i requisiti, è stata richiesta una misura cautelare sotto forma di decreto e/o ordinanza collegiale. In tali ipotesi il provvedimento provvisorio, solitamente, verrà emesso in pochissimo tempo.
Il provvedimento di rigetto può essere impugnato in secondo grado dinanzi al Consiglio di Stato.
Avv. Fabrizio Bloise